domenica 24 luglio 2016

Lo show dei record...seconda parte


Nel 1996, i colori Ducati sono difesi da vari piloti pretendenti al titolo. Uno tra questi è John Kocinski. Il ragazzo di Little Rock, è un veterano del motomondiale dove ha corso sia in 250 che in 500, diventando campione della quarto di litro nel 1990. Con la rossa vince 5 gare e con 7 podi arriva terzo in classifica finale. Da debuttante è un ottimo risultato, ma quando nel 1997 prende in consegna la Honda lasciata da Fogarty, stravince il mondiale diventando il primo pilota ad aver conquistato un titolo nelle moto da GP e un titolo nelle derivate di serie. Con 9 vittorie, 4 secondi e 4 terzi, Kocinski è il primo vero "eroe dei due mondi".


L'australiano Troy Corser raccoglie il testimone di Fogarty in Ducati e con la bicilindrica vince 7 gare e il titolo di campione 1996. Ma il pezzo forte del pilota di Wollongong è il "giro secco", infatti sono 5 le super-pole e durante tutta la sua carriera si distinguerà per quest'abilità, registrando il record ancora imbattuto di 43 partenze dalla prima tavella. Lascia la Superbike per la classe 500, per poi tornare alla quattro tempi nel 1998, diventando un pilota di riferimento di tutto il campionato. Tant'è che, a nove anni dal primo titolo, nel 2005 ne vince un secondo in sella alla Suzuki del Team Alstare, il primo assoluto per Hamamatsu.


Corser nel 2005

Il dualismo tra il colosso Honda e la più piccola Ducati sembra destinato ad altre battute e con il progetto VTR, la casa di Tokyo schiera per il 2000 due piloti fortissimi, l'esperto Aaron Slight e il texano Colin Edwards.


Come Ducati, anche Honda riesce ad affermarsi con tre generazioni di superbike e dopo RC30 ed RC45, è la volta del modello VTR 1000. Colin Edwards si trova a battagliare con piloti più esperti come Chili, Fogarty, Corser e lo stesso compagno di colori Slight, ma alla fine del 2000 è campione del mondo. Subito al vertice nella prima stagione insieme, "Texas Tornado" e la bicilindrica di Tokyo, riescono a contrastare le rosse di Borgo Panigale con il motore bicilindrico. Infatti tutte le giapponesi si erano sempre presentate con motori a quattro cilindri di 750 cc come da regolamento, soffrendo però nei percorsi più tortuosi, dove la coppia ai bassi regimi è fondamentale.


Dal 1999 le bicilindriche 1000 cc aumentano e c'è una nuova concorrente, l'Aprilia. E' l'esordio ufficiale nelle corse per un motore quattro tempi della casa di Noale. Il pilota che compie i primi passi di quest'avventura è Peter Goddard, che viene affiancato da Alessandro Antonello, ma è nell'anno successivo che arrivano i risultati veri e le prime vittorie. Con Troy Corser, l'RSV 1000 vince 5 gare e si piazza terza in classifica finale.


La stagione seguente vede come protagonista il successore di Carl Fogarty, Troy Bayliss. Nel 2000, l'australiano si è alternato insieme a Luca Cadalora sulla Ducati 998 lasciata prematuramente da "Foggy", ottenendo buoni risultati da esordiente con 2 vittorie, 5 secondi e 2 terzi posti personali. Memorabile è il sorpasso a Monza dove infila 4 piloti in un colpo solo conoscendo poco la moto e zero la pista.


Con questa premessa, Bayliss sembra destinato a brillanti successi e nel 2001 con la 998 diventa campione del mondo, battagliando fino all'ultimo con Edwards nel duello Honda - Ducati. Alla fine della stagione le vittorie a favore dell'australiano saranno 6 contro le 4 di Edwards che arriva secondo. Ad Imola Bayliss corre con una Ducati color argento per ricordare la vittoria della bicilindrica nella 200 miglia del 1972 , ma cade all'ultimo giro di gara 1 e non prende parte a gara due che va a Régis Laconi su Aprilia RSV 1000.


998 di Bayliss a Imola nel 2001

continua...

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